10/05/2023
Durante la stagione le sezioni degli arbitri di tutta Italia tengono delle riunioni tecniche obbligatorie che hanno lo scopo di approfondire conoscenze regolamentari ed affinare l'esperienza arbitrale. Nel corso di queste lezioni, spesso sono presenti ospiti, solitamente interni all'AIA, e che quindi conoscono il mondo arbitrale, che permettono ai partecipanti di migliorare le proprie caratteristiche tecniche.
Lunedì 8 maggio, durante la consueta riunione obbligatoria, il Presidente sezionale Gianluca Cavallaro ha invitato a tenere una riunione il dott. Claudio Berlini, notaio legnaghese, appassionato di calcio e allenatore di squadre giovanili e dilettantistiche della zona.
Scopo dell'incontro era, nelle intenzioni degli organizzatori, quello di far dialogare due componenti diversi del mondo calcistico, così da poter sentire l'opinione di chi sta dall'altra parte della barricata e che deve confrontarsi con gli arbitri tutte le domeniche, nell'arco di un campionato.
Dopo una presentazione delle recenti novità sezionali, il Presidente ha presentato l'ospite della serata, augurando a tutti che l'incontro potesse essere un momento di confronto e dialogo, nell'ottica di una sempre maggiore collaborazione tra le varie componenti, tra arbitri e società calcistiche, al fine di una possibile, ma non semplice, inversione di rotta culturale sulla figura arbitrale.
Claudio Berlini, prendendo la parola, si è subito posto in una modalità di apertura, partendo da quelle che, per la sua esperienza, sono le caratteristiche che rimangono impresse di un arbitro.
"La prima impressione è molto importante, se un ragazzo si presenta al campo in orario, ponendosi con cortesia ed eleganza è subito apprezzato dai dirigenti e dai calciatori, che sono disposti a dargli credito" questa la nota iniziale, a sottolineare quanto le società diano importanza al primo impatto con l'arbitro, ma anche facendo riflettere su quello che gli altri si aspettano da chi, per ruolo istituzionale, deve far rispettare le regole.
"Io cerco di insegnare ai miei ragazzi che l'arbitro è un uomo e come tale può sbagliare in campo. E' difficile però accettare gli arbitri quando si pongono in maniera arrogante e, a volte, maleducata. Questo chiude subito una possibilità di dialogo" ha continuato il dott. Berlini, evidenziando un argomento caro anche ai dirigenti arbitrali. "Queste parole ci fanno comprendere, come già immaginavamo, che la signorilità con cui ci poniamo ci permette di essere accettati e credibili, prima ancora delle nostre capacità tecniche" ha chiosato Gianluca Cavallaro.
Continuando il suo discorso Berlini ha poi rassicurato gli arbitri: "spesso le società danno colpa agli arbitri dei loro insuccessi perché non sono in grado, o non vogliono, prendersi le proprie responsabilità. Io posso dire, a mente fredda, che mai una stagione è stata persa per colpa degli arbitri". Ha poi aggiunto: "oggi, con i mezzi tecnologici, è passata una cultura che va a colpire l'arbitro per l'unico errore commesso in una gara, senza apprezzare le altre dieci cose fatte bene": Berlini, quindi, ha auspicato in una collaborazione futura più ampia tra arbitri e società per far andare meglio il sistema calcio, chiamando in causa tutte le componenti.
In chiusura l'ospite ha ricordato: "senza arbitri non si può giocare, quindi voi ricoprite un ruolo importante, di cui dovete andar fieri. Ma vi assicuro che la gentilezza, l'eleganza e la signorilità vi permettono di mantenere il rispetto di tutti".
La serata è continuata con alcune domande provenienti dal pubblico, che hanno rafforzato quanto già detto dall'ospite. In chiusura il Presidente Cavallaro ha ringraziato l'ospite e ha espresso fiducia che "riunioni come quelle di stasera sono utili per comprendere che la strada intrapresa è quella corretta e per riflettere su quello che dirigenti e giocatori si aspettano da noi".
Tutte le rea